domenica 16 ottobre 2011

Fine del Guano, fine della parabola di Nauru...ed i sogni di gloria anzichè prendere il volo rimangono a terra.


L'esaurimento delle miniere di fosfati segnò inesorabilmente anche la fine economica del piccolo staterello di Nauru e dei suoi sogni di gloria. I Naurani dovettero rendersi conto che la loro "manna dal cielo" era finita, scavarono per tutta l'isola ma non trovarono niente che la potesse rimpiazzare. Anzi, l'isola era ormai un "colabrodo", devastata da anni di scavi forsennati delle multinazionali. L'ancora di salvataggio di questa piccola nazione erano gli investimenti finanziari fatti negli anni passati. Questi investimenti erano stati aggregati all'interno di un veicolo di investimento,il Nauru Phosphate Royalties Trust, che doveva essere la holding finanziaria, o per semplicità la "cassaforte", dello Stato di Nauru. I piu' importanti investimenti, che rappresentarono realmente almeno in un primo momento il "salvagente" di Nauru, erano gli immobili a Melbourne (Nauru House) e a Sydney (Mercure Hotel), mentre gli investimenti "spericolati" effettuati dal fondo patrimoniale azzerarono letteralmente il capitale che vi era stato investito. Tra questi investimenti "spericolati" vi era l'investimento in un musical ("Leonardo: The muscial") che si rivelò un totale insuccesso sia dal punto di vista di pubblico che dal punto di vista finanziario, l'acquisto di un ex area industriale da riconvertire e sviluppare (Carlton and United Breweries a Melbourne) che fu successivamente rivenduta senza nessuno sviluppo e per finire il finanziamento ad un club di football di secondo rango, il Fitzroy Football Club, che venne poi liquidato. Dopo la fine dei fosfati le casse dello Stato iniziarono ben presto a languere, anchè perchè sulla scorta dei grandi introiti delle rendite dei fosfati lo Stato di Nauru aveva impostato un grande sistema di welfare che garantiva a tutti un salario, senza bisogno di lavorare. Per mantenere questo sistema, in attesa di trovare qualche altra forma di sostentamento, lo Stato di Nauru dovette indebitarsi con gli Stati esteri, poichè gli introiti dalla rendite immobiliari di Sydney e Melbourne non furono bastevoli per sfamare la popolazione. In breve tempo il debito contratto dallo Stato di Nauru crebbe e divenne insostenibile e così il governo dovette vendere tutti e due i mega-immobili di Sydney e Melbourne per ripagare i propri creditori. La vendita del "totem" dei Naurani (la mitica Nauru House di Melbourne di cui abbiamo parlato a lungo in un precedente post), segnò anche simbolicamente la fine del "sogno economico" di Nauru e di una dura ricaduta a terra, con una presa di coscienza definitiva che ora i Naurani si trovavano sul lastrico. Rimase a terra anche la compagnia aerea di bandiera, la Air Nauru, che disponeva di un solo aerero ma che permetteva di collegare l'atollo con il resto del mondo. A quel punto Nauru si ritrovò senza piu' un quattrino ed isolata dal resto del mondo. Questa sciagura economica è recente poichè la fase piu' acuta della crisi economica di Nauru si è verificata tra il 2005 ed il 2006. Dopo questo biennio "horribilis" la nazione ha provato a risollevarsi attraverso nuove iniziative, come la trasformazione in un "paradiso fiscale" (oggi Nauru è considerata una nazione off-shore "black list"), che però non ha prodotto risultati tali da riattivare economicamente la nazione, e la ricerca di numerosi sostegni economici da parte di Stati esteri (in particolare Australia e Cina). Con questi aiuti almeno l'aereo della compagnia di bandiera ha ripreso a volare e con esso le speranze di un futuro migliore per i Naurani, che ancora oggi sono alla prese con il problema di avere una qualche forma di sussistenza economica.

Nessun commento:

 
Licenza Creative Commons
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported License.