domenica 27 maggio 2012

La parola alle nuove generazioni. Che cosa ne pensano i miei studenti del Biennio di Management sulla crisi, sull'Italia e sul futuro.

Ora è venuto il momento di posare il pennino e l'inchiostro, o meglio di passarlo a chi può scrivere molti altri commenti, idee ed opinioni che si accompagnino ai miei. Chiedo ai miei studenti del corso di Financial Management e Corporate Banking/Biennio di Management di questo anno accademico (2012) di dire la loro sul mio blog sui temi che ho affrontato: - la crisi che stiamo vivendo, le riflessioni sui pro
blemi e le possibili soluzioni. - le problematiche dell'Italia e le proposte per un rinnovamento del sistema politico-istituzionale, economico ma anche della nostra quotidianità - la visione del futuro: cosa ci aspettiamo e cosa vogliamo veramente? A voi la parola.

6 commenti:

gi ha detto...

Dalla prima lezione si è evidenziato come il tema di oggi sia quello di separare nuovamente le due attività di corporate banking e investment banking poiché una loro unione concentrerebbe troppo i rischi in un unico soggetto, di grandi dimensioni, rendendo più facile il verificarsi di una nuova crisi. Insomma questi intermediari sarebbero così pieni di rischi da poter esplodere da un momento all’altro. Credo che oltre a questo aspetto sia importante considerare che gli intermediari sono oggi molto più interconnessi tra loro, hanno cioè legami così forti da poter scatenare una crisi sistemica solo attraverso il contagio. Ho approfondito questo argomento nella tesina triennale con il risultato che non è necessariamente la dimensione che crea rischio sistemico (quindi, direi, anche la concentrazione delle due attività) ma i legami tra gli intermediari (misurati per esempio dalle esposizioni fuori bilancio o dal rapporto prestiti esteri/prestiti totali), così forti che è come se condividessero il rischio. Quindi mi chiedo se piuttosto che una separazione delle attività (visti i benefici di tenerle insieme) non sia possibile regolare l’interconnessione o le esposizioni reciproche, così da evitare l’effetto domino.

Alberto Dell'Acqua ha detto...

Caro Gi,
hai sottoposto delle ottime considerazioni. In effetti il tema della separazione delle attività di corporate ed investment banking è sempre al centro del dibattito senza che da esso sia emersa una soluzione definita alla questione. Ne potremmo concludere allora che non esiste una questione sulla separazione delle attività bancarie. Concordo che sarebbe più efficace una soluzione sulla riduzione delle interconnessioni dei rischi. Soluzione non certo facile da trovare anche perchè nel corso degli ultimi anni l'innovazione degli strumenti finanziari ha corso così velocemente che è diventato molto arduo se non impossibile introdurre un efficace sistema di monitoraggio e di controllo dei rischi assunti dagli istituti di credito. Si pensi alla metamorfosi dei bilanci bancari dove il credito diretto ai soggetti finanziati è stato sostituito da titoli finanziari con sottostanti crediti erogati a soggetti individuati da altri e localizzati anche in altre nazioni. E' il caso forse di tornare al passato impedendo alle banche di investire in qualunque forma di titoli finanziari se non quelli di Stato? Difficile dare risposte stile aut-aut in questa fase. Di sicuro abbiamo assistito ad un corto circuito tra il Mercato, in particolare quello finanziario che gestisce i rischi distribuendoli, e le forme di Stato o Banca (per me nel contesto UE le due entità sono equivalenti), che gestiscono i rischi attraverso la loro assunzione ed un controllo diretto.
Quando le banche hanno voluto incorporare al loro interno i meccanismi di controllo del rischio del mercato si è prodotto il corto-circuito. Avremo una terza via per risolvere il problema?

Alberto Dell'Acqua ha detto...
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Unknown ha detto...

Concordo con gi e con il Prof. Dell'Acqua. Il tema della separazione dell'attività bancaria è sicuramente complesso e non è possibile avanzare soluzioni definitive. A mio avviso però ci sono temi che si collocano ad un livello più elevato rispetto alla separazione delle attività di banking e della interconnessione dei rischi, che a mio modo di vedere si collocano ad un livello più operativo. I temi cruciali che si collocano ad un livello più elevato sono la governance e l'etica. Senza una governance efficace e la diffusione di principi etici ogni soluzione operativa è inefficace e improduttiva di risultati significativi. La mia idea è che si debba tornare alla migliore definizione della governance ed all'affermazione dell'etica come temi chiave dell'intero sistema bancario e finanziario.

Unknown ha detto...

Il tema dell’etica è di sicuro importante. Chiedo al Prof. Dell’Acqua come si potrebbe impostare una tesi originale sul tema dell’etica e del sistema finanziario?

Alberto Dell'Acqua ha detto...

Grazie del tuo intervento,
il tema del rapporto tra etica e finanza è oggetto di studio da molti anni. Sono stati prodotti notevoli contributi di ordine teorico ed empirico. Io insisterei su quest’ultimo punto poiché su alcune tematiche poco è stato prodotto a livello di ricerca empirica. Recentemente un mio tesista si è laureato con una tesi sulla relazione tra un sistema di principi etici fissato dalla normativa statunitense e le performance dei fondi di private equity, da cui abbiamo estratto un paper in corso di pubblicazione. Potrebbe essere interessante produrre tesi analoghe che verifichino l’adozione di principi etici degli operatori finanziari e le performance che ottengono.
Saluti a tutti e grazie per la vostra partecipazione.

 
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